About - STORIE ROMANE

Storie romane è un sito che raccoglie biografie e storie di personaggi dell’Antica Roma, contemplando anche la loro fortuna nella cultura popolare (film, libri etc.).

Lo scopo è fornire un punto di riferimento professionale, autorevole e unico nel panorama italiano dei siti sulla storia romana, fornendo un quadro d’insieme attraverso biografie e tutto ciò ad esse collegate (film, letteratura, arte), mentre la sezione articoli fornirà approfondimenti monografici su temi di storia romana. Inoltre la pagina facebook sarà il punto di ritrovo della comunità.

Giuseppe Concilio è dottore di ricerca in “Antichità Classiche e loro fortuna” presso l’Università di Tor Vergata e dottore magistrale in “Scienze Storiche“, presso l’Università degli Studi di Roma La Sapienza. Inoltre possiede un master di II livello conseguito presso l’Università Roma Tre in “Esperto in comunicazione storica: televisione e multimedialità” e un master di II livello in “Public History” conseguito presso UniMore, l’Università di Modena e Reggio Emilia.

Esperto di rievocazione storica, ha frequentato il programma Generazione Cultura presso la Luiss Business School. Ha anche lavorato nella redazione di Rai Storia e collaborato nella realizzazione di “Italia: viaggio nella bellezza“. Inoltre collabora con la rivista online Mediterraneo Antico.

Il sito internet Storie Romane è un progetto nato nell’ambito di entrambi i master.

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#Cesare riteneva la repubblica superata, secondo quanto riporta Svetonio: “nihil esse rem publicam, appellationem modo sine corpore ac specie” – “la repubblica non è nient’altro che un nome senza corpo né anima”.

“Nobili romani! Amici, concittadini romani! Prestatemi orecchio. Sono venuto a seppellire Cesare, non a farne l’elogio. Il male che un uomo fa gli sopravvive, il bene spesso resta sepolto con le sue ossa. E così sia di Cesare. Il nobile Bruto vi ha detto che Cesare era ambizioso: se era, ebbe grave colpa; e Cesare l’ha gravemente scontata. Qui, col beneplacito di Bruto e degli altri, tutti uomini d’onore, sono venuto a parlare al funerale di #Cesare…”

"Cadavera vero innumera". Il 20 giugno del 451 i romani, insieme ai visigoti e gli alani, comandati da Flavio #Ezio, vincevano la battaglia dei Campi Catalunici, in Gallia, sconfiggendo gli unni di Attila. La battaglia si svolse attorno a una collina che dominava il campo di battaglia, che venne occupata prontamente dai romani. Quest'ultimi, aiutati dai goti, travolsero infine gli unni, giungendo fino al campo di Attila, tuttavia il re goto Teoderico rimase ucciso. Nella notte gli unni furono presi dalla disperazione, accerchiati e bersagliati di dardi, tanto che Attila aveva fatto preparare per sé un'enorme pira funebre. Ezio tuttavia temeva che i visigoti divenissero un pericolo ancora maggiore, per cui convinse il re Torismundo, figlio di Teoderico, a fare rapidamente ritorno a Tolosa e lasciando la possibilità ad Attila di ritirarsi.

"Colui che per primo sembrò guardare con sospetto e con timore l’attività politica di #Cesare – come il marinaio esperto che pur nella bonaccia già fiuta la tempesta – intuendo, dietro quell’apparente affabilità, la vera forza del suo carattere, fu #Cicerone, che diceva di scorgere in tutti i suoi pensieri e in tutte le sue manovre politiche un proposito tirannico. «Eppure», aggiungeva, «quando vedo i suoi capelli così accuratamente pettinati, o lo colgo nell’atto di grattarsi la testa con un dito, non mi pare possibile che quest’uomo abbia concepito un progetto così malvagio, quello, cioè, di rovesciare la costituzione romana». Ma di ciò parleremo più avanti.»"

Costruito in opera cementizia e rivestito di pietre squadrate, il Vallo di Adriano era largo mediamente 8 piedi romani (circa 2 metri e mezzo), mentre il bastione si ergeva per circa 5-6 metri e possedeva una merlatura e un camminamento di ronda. C’erano circa 320 torri di segnalazione e ogni miglio, appoggiati quasi sempre al bastione, fortini quadrangolari di circa 20 m x 20 m per le sentinelle che sorvegliavano tutto il perimetro del forte. A distanza di 4-5 miglia l’un l’altro c’erano dei veri e propri forti (castra stativa o stationes) di 1 o 2 ettari, addossati al muro o anche arretrati, dove stazionavano delle coorti e alae ausiliarie che pattugliavano il confine. A ulteriore protezione del muro, sul versante settentrionale, c’era un fossato con la tipa forma romana a V, largo mediamente 9 m e profondo 4 m.

Tacito narra così, nel principio delle Storie (I, 1), il passaggio all'età imperiale e la sua carriera: