Stregato dagli insegnamenti neoplatonici di Libanio e Massimo Giuliano decise di abbandonare l’educazione cristiana per ripristinare i culti pagani. Scrisse anche moltissimo, tra cui il Misopogon (Odiatore della barbara), un’operetta satirica contro chi, ad Antiochia, lo prendeva in giro per la barba. Ancora più famoso fu Contro i Galilei, in cui l’imperatore muoveva un durissimo attacco ai cristiani, definendo la religione dei seguaci di Cristo basata essenzialmente sulla superstizione e credenze erronee e prive di fondamento.
L’editto di Milano
Nel 313 Costantino e Licinio emanarono un editto di tolleranza verso ogni culto, compresi i cristiani; era il secondo a poca distanza di quello di Galerio.
L’eccidio di Tessalonica
Nel 390 Teodosio aveva ordinato di massacrare la popolazione di Tessalonica dopo che questa si era ribellata. I Tessalonicesi avevano infatti ucciso Buterico, il comandante goto della guarnigione romana, per aver arrestato un famoso auriga e vietato i giochi.
La battaglia di Ponte Milvio
Nel 312 Costantino sconfisse Massenzio, ottenendo il controllo dell’occidente. All’epoca però l’imperatore era ancora pagano, come confermano le monete.
Le follie di Eliogabalo
Quando il quattordicenne Bassiano prese il potere, sotto la tutela della madre, si concentrò pienamente sulla lussuria e il culto solare siriano.
“Molti furono quelli che, attratto dalle loro bellezze fìsiche, #Eliogabalo portò a palazzo, prendendoli dal teatro, dal circo, o dall’arena. Aveva poi una violenta passione per Ierocle, tanto da arrivare a baciarlo nell’inguine – roba che fa vergogna anche solo a dirla – affermando che così lui celebrava i riti della dea Flora. Commise incesto con una vergine Vestale. Profanò i sacri culti del popolo romano, depredando i reliquiari dei templi. Avrebbe voluto persino spegnere il fuoco perenne. Né ebbe in animo soltanto di abolire i culti romani, ma quelli di tutto il mondo, animato da quest’unica aspirazione, che il dio Eliogabalo fosse venerato ovunque.” (HISTORIA AUGUSTA, ELIOGABALO, 5, 1-5; 6, 1-9; 7, 1-4)
I combattenti della Guerra Giudaica
Durante i quattro anni di Guerra Giudaica (e il successivo assedio di Masada) molti furono gli avvenimenti memorabili.
La morte di Giuliano
Giuliano decise di intraprendere un’imponente campagna contro i persiani ma nonostante i successi fu costretto alla ritirata poiché Procopio non arrivava.
La fine della tetrarchia
Nel 293 Diocleziano predispose un’accurata riforma amministrativa e statale dell’impero romano: diviso in province raggruppate in diocesi affidate a prefetti, separava le cariche politiche e militari, raddoppiava le province e infine suddivideva l’impero tra due imperatori, chiamati Augusti, e due vice, chiamati Cesari.
Aureliano, Restitutor orbis
Aureliano si guadagnò due soprannomi: “mano alla spada” e “restitutor orbis”. Quest’ultimo dopo la riunificazione dell’impero, diviso dopo Valeriano.
La rivolta di Nika
Nei primi anni di Giustiniano scoppiò una violenta rivolta nell’ippodromo di Costantinopoli, che per poco non causò la fine del suo impero. La rivolta di Nika, ossia “vinci” (il grido di incoraggiamento rivolto agli aurighi), ebbe luogo tra l’11 e il 18 gennaio del 532.