Flavio Giulio Costante nacque nel 320, crescendo a Costantinopoli e venendo educato da Arborio; era il figlio minore di Costantino. Divenne Cesare il 25 dicembre del 333, ricevendo poi le diocesi di Italia, Africa e Illirico al congresso di Viminacium del 338, quando i tre fratelli Costanzo II, Costante e Costantino II si spartirono l’impero del padre, morto l’anno precedente.

Quando poi Costantino II attaccò Costante, quest’ultimo ebbe l’appoggio di Costanzo II in cambio di alcuni territori nei Balcani che gli aveva donato (anche in quest’ottica bisogna leggere la generosità nei confronti del fratello minore Costante). Costantino venne sconfitto e ucciso ad Aquileia nel 340: Costante ora aveva l’occidente, Costanzo II l’oriente.

Costante, come Costantino, era di fede nicena, mentre Costanzo II era ariano. Ciò non favorì la concordia neanche tra i due fratelli rimasti; ci fu un concilio a Serdica nel 342, in cui Costante si schierò con il vescovo niceno di Alessandria Atanasio. Non solo, Costante perseguitò i non ortodossi, compresi i donatisti, i pagani e gli ebrei.

Preoccupato più alle questioni religiosi che altro, Costante perse il supporto dei soldati; nel 350 insorsero in Gallia, guidati da Magnenzio, un comandante di origine barbarica, che si poneva come restitutor publicae libertatis, ossia difensore degli humiliores usciti impoveriti dalla riforma monetaria di Costantino, che privilegiava l’oro sull’argento. Magnenzio sconfisse Costante, che venne ucciso da un certo Gaiso, il 18 gennaio del 350.

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