La Germania per Roma è stata prima una terra semisconsciuta, poi a partire da Cesare una possibile terra di conquista, infine con il disastro di Teutoburgo nel 9 d.C. vennero stroncate le mire espansionistiche oltre il Reno: da allora a parte sporadiche spedizioni i romani rinunciarono alla conquista della Germania. Ci saranno comunque sempre contatti commerciali e scambi di schiavi al confine, finché a partire dal III secolo saranno i barbari sempre più frequentemente a varcare il Reno. Ci saranno comunque delle conquiste territoriale, i cosiddetti Agri Decumates, il territorio compreso nel saliente tra il Reno e il Danubio, fortemente fortificato e utile a ridurre la lunghezza del limes e rendere più facile la difesa.

Teutoburgo: la più grande disfatta

Nel 12 a.C. era iniziata una grande campagna militare romana voluta da Augusto per annettere i territori tra il Reno e l’Elba: dai tempi della conquista di Cesare della Gallia c’erano state scorrerie germaniche oltre il Reno e l’Elba permetteva di controllare un confine più breve. L’intento era quindi sia punitivo che difensivo: la Germania era una terra povera, acquitrinosa, piena di foreste, con pochi centri abitati e molte tribù. E’ più o meno ciò che accadrà con la Britannia, con la differenza che questa verrà conquistata.

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Druso, Tiberio, Lucio Domizio Enobarbo (nonno di Nerone e console nel 16 a.C.) e altri condussero per vent’anni campagne militari oltre il Reno. Infine tornò Tiberio quando questi ritornò dall’esilio per essere avviato alla successione. Augusto ormai riteneva la provincia pacificata e romana e inviò nel 7 d.C. Publio Quintilio Varo (che aveva governato bene in Siria), più amministratore che generale. Varo si atteggiava in tutto e per tutto come governatore di una provincia romana, sebbene i germani non si fossero ancora integrati: riscuoteva le imposte, amministrava la legge secondo l’uso romano e faceva marciare le legioni liberamente come in una provincia romana.

Al suo seguito c’era un comandante ausiliario, un cavaliere romano cherusco, Arminio. Nel 9 d.C. decise di tradire Varo per ritornare tra la sua gente: finse una rivolta e accompagnò Varo con le sue tre legioni dritto nella trappola, sparendo al momento opportuno.

Condotti da Arminio nella selva di Teutoburgo, nella zona di Kalkriese, in Bassa Sassonia, tra interminabili foreste, l’esercito di Varo venne attaccato improvvisamente: nel corso di tre lunghissimi giorni tutte e tre le legioni vennero massacrate dopo una stregua resistenza e Varo si tolse la vita.

L’anziano imperatore Augusto, informato della notizia, impazzì: narra Svetonio che cominciò a sbattere la testa al muro urlando “Varo, rendimi le mie legioni!”. Il colpo fu talmente duro che i romani non cercarono più di conquistare la Germania ma si limitarono a scorrerie e attacchi isolati a parte i suddetti Agri Decumates.

Negli anni seguenti Tiberio fece delle spedizioni punitive oltre il Reno e in seguito Germanico sconfisse l’esercito di Arminio a Idistaviso. Furono anche recuperate le aquile delle tre legioni distrutte e seppelliti i resti rinvenuti dai legionari, ma le tre legioni distrutte, la XVII, XVIII e XIX, non furono più ricostruite.

Le invasioni barbariche

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Nei secoli seguenti il confine renano fu tranquillo, fino al III secolo d.C. Da allora iniziarono una serie di incursioni, più o meno respinte dai romani. Gli Agri Decumates furono abbandonati nello stesso secolo e nella zona si insediarono grossomodo gli alemanni. Ma il 31 dicembre del 406 d.C., in seguito alla glaciazione del Reno, masse di popolazioni barbariche (visigoti, franchi, svevi, alemanni, vandali etc.), pressate da genti nomadi e attratte da una prospettiva di ricchezza e vita migliore, attraversarono il limes.

I romani non furono in grado di contenere l’arrivo massiccio di genti germaniche: in Gallia e Spagna vennero stipulati trattati di foederati (cioè la cessione di una parte delle terre ai barbari in cambio di aiuto militare), con il conseguente sempre maggiore imbarbarimento dell’esercito (dovuto anche alla mancanza di reclute in seguito al disastro di Adrianopoli del 378 d.C.).

Andò peggio per l’Africa: una delle province più romanizzate finirà per essere conquistata dai vandali, che imporranno un dominio estremamente diverso da quello “collaborativo” tenuto da franchi, burgundi, visigoti e altri.

Perseguiteranno infatti l’aristocrazia romana e instaureranno un regno fortemente ariano, perseguitando i niceni, fino alla riconquista di Giustiniano (ma l’arrivo degli Arabi nel VII secolo spazzerà via ogni traccia di romanità rimasta).

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Germania: terra incognita
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