Quanto Olibrio morì Leone, imperatore a Costantinopoli, decise di tenere per sè le redini di tutto l’impero, adducendo che non trovava un collega degno. Stanco di questo tergiversare, Gundobado decise di far acclamare a Ravenna Glicerio, comes domesticorum (comandante della guardia imperiale), con l’appoggio dei soldati, il 3 marzo 473.

Glicerio non poté fare molto su un impero ormai prostrato e in mano ai comandanti barbari; fu tuttavia in grado di dirottare un’orda di ostrogoti diretta verso l’Italia. Gli ostrogoti erano stanziati in Pannonia come foederati a partire da Marciano, alla metà del V secolo ed avevano beneficiato della fine dell’impero unno.

Tuttavia Leone decise ancora una volta di fare di testa sua e di non riconoscerlo come Augusto, inviando in Italia Giulio Nepote, magister militum della Dalmazia (la famiglia di Nepote aveva una lunga tradizione in Dalmazia). Sbarcato a Ostia Nepote si proclamò imperatore e Glicerio, abbandonato da Gundobado, che era andato a occuparsi dei burgundi in Gallia, si arrese. Deposto, fu ordinato vescovo di Salona, in Dalmazia, ma morì durante il percorso, nel 474, sebbene l’autore bizantino Malco affermi che era ancora vivo nel 480 e che organizzò l’assassinio di Nepote.

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