Il periodo compreso tra il 235 e 284 d.C. viene chiamato dagli storici anarchia militare. In questo periodo, seguito alla morte dell’ultimo dei Severi, Alessandro, l’impero romano conosce una profonda instabilità, che lo porta ad avere decine di imperatori e moltissimi usurpatori nell’arco di pochi decenni, quasi tutti morti in modo violento.

Il potere imperiale infatti non è mai stato “costituzionalmente” fissato e pertanto non esistono neanche regole di successione; l’imperatore può decidere se comportarsi in modo dispotico o meno, se rispettare il senato o meno.

Ma dopo la fine della dinastia dei Severi e la concessione indiscriminata della cittadinanza romana, unita a gravissimi problemi di ordine sociale, politico, religioso e militare, l’impero nel III secolo perde coesione e, ormai, i soldati scalano i ranghi fino a raggiungere la porpora. Ormai chiunque può diventare imperatore.

Infatti chi acquisiva i gradi più elevati otteneva il titolo di cavaliere a partire da Settimio Severo e proprio i cavalieri raggiungeranno l’apice del loro potere in questo secolo, accedendo ormai ai principali vertici di comando e del governo; infine lo stesso Gallieno, con un impero in profonda crisi, toglierà il comando degli eserciti ai senatori per darlo ai soli cavalieri.

Allo stesso modo sposta la sua sede a Milano, con Roma che perde di importanza, con i problemi principalmente alle frontiere; dopo la cattura del padre Valeriano l’impero si divide in tre, e sarà solo Aureliano a riportare l’ordine, il restitur orbis.

Fine della crisi

Con Claudio II e Aureliano iniziano gli imperatori illirici, imperatori-soldato che riporteranno l’unità dell’impero, finchè un altro illiro, Diocleziano, farà rientrare la crisi, tuttavia modificando profondamente la struttura dell’impero, travolto dalla crisi del terzo secolo (che aveva visto inoltre la moneta totalmente svalutarsi, finendo per essere solo bagnata nell’argento), riorganizzandolo e dividendo cariche politiche e militari, riducendo l’Italia a provincia e dando via alla tetrarchia.

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