Flavio Valerio Leone nacque nel 401. Era originario della Tracia; non sarebbe dovuto diventare imperatore, il cui posto sarebbe spettato ad Antemio, prefetto di Marciano, se il magister militum alano Aspar non avesse voluto lui come candidato alla porpora, sperando di poterlo manipolare.

Leone divenne imperatore nel febbraio del 457, ma ben presto si liberò della pericola influenza di Aspar, inserendo gli isauri (un popolo a ovest della Cilicia) nella guardia imperiale e dandone il comando al loro capo, Tarasicodissa, che prese il nome più ellenico di Zenone. Quest’ultimo sposò poi la figlia di Leone, Ariadne, nel 466, divenendo di fatto erede dell’imperatore.

Leone si dimostrò un interventista dopo il lassismo di Marciano, Teodosio II e Arcadio nei confronti della parte occidentale. Pose sul trono d’occidente Antemio nel 467, e organizzò un’enorme spedizione navale per riprendere l’Africa ai vandali, affidandola al cognato Basilisco, il quale però cadde nei tranelli di Genserico e vide la sua flotta bruciata con l’inganno, a Capo Bon, nel 468.

La diocesi orientale, con L’Isauria a sinistra

Sotto Leone si acuì il sentimento antigermanico in oriente, che culminò con un’ampia rivolta, guidata da Leone (da allora detto il “macellaio”) e dagli isauri, che eliminarono Aspar e il figlio Ardabur, nel 471. Si salvò l’altro figlio Giulio Patrizio, che aveva sposato una figlia di Leone, Leonzia. Ma la sua fede ariana gli valse altrettanto odio, viste le politiche durissime di Leone contro i pagani e gli eretici, specialmente i monofisiti, che non concordavano con la doppia natura di Cristo stabilita dal concilio di Calcedonia del 451 d.C., sostenendo che in lui ci fosse solo quella divina.

Zenone, rientrato a Costantinopoli, fece desistere Patrizio da qualsiasi velleità di successione, rinunciando alla moglie. Quando Leone morì il 18 gennaio del 474, di dissenteria, divenne Augusto il figlio di Zenone e Ariadne, Leone II, che, di soli sette anni, morì pochi mesi dopo, nell’autunno, non senza aver concesso il 9 febbraio, dietro pressione di Verina, vedova di Leone, di concedere il titolo di Augusto anche al padre Zenone..

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