Costantino

Nel corso del III secolo d.C. gli imperatori romani, costretti dalle difficoltà del momento, avevano spesso condiviso l’impero con fratelli o figli, governando spesso l’uno oriente l’altro l’occidente. Tale suddivisione fu ulteriormente accentuata dalle riforme amministrative di Diocleziano, che divise cariche politiche e militari, aumentando le province e riunendole in diocesi, prive di privilegi (come prima lo era l’Italia). Con la tetrarchia poi, la divisione si era accentuata, e veniva stabilito già in partenza il successore dell’imperatore, che aveva d’altra parte già dei territori da governare, forieri di un’ulteriore moltiplicazione burocratica e amministrativa.

Con la vittoria di Costantino si tornò a una divisione caso per caso, prima tra i suoi discendenti, poi attuata spontaneamente da Valentiniano e Valente e i loro successori; Graziano scelse poi, per rimpiazzare Valente, morto ad Adrianopoli, un comandante di origini ispaniche, Teodosio, il cui padre aveva servito sotto Valentiniano. Quando Teodosio resterà brevemente unico imperatore, tra il 394 e 395, deciderà di affidare l’occidente al minore Onorio e l’oriente al maggiore Arcadio, sotto la tutela rispettivamente di Stilicone e Rufino.

Questa divisione risulterà infine definitiva, sia perché l’occidente sarà travolto dalle invasioni, sia perché gli imperatori d’oriente accetteranno questa definitiva divisione, impegnandosi nel frattempo più che altro a litigi teologici. Quando gli imperatori d’oriente interverranno, nel V secolo, lo faranno in modo troppo blando o tardivo: quando infine si metterà insieme un’enorme spedizione per riprendere l’Africa ai vandali, l’inettitudine di Basilisco provocherà la disfatta di Capo Bon del 468. L’impero d’occidente, nel caos dopo la dipartita di Antemio, messo sul trono da Leone, sprofonderà pochi anni dopo, a opera di Odoacre.

Tuttavia l’impero d’oriente sopravviverà alla dipartita della parte occidentale per quasi mille anni, finendo infine nel 1453 per opera dei turchi ottomani. A questi romani d’oriente è stato dato il nome di bizantini, dal nome di Bisanzio, che era quello precedente di Costantinopoli, in parte impropriamente, poiché chiamavano essi stessi romani. E quando anche Eraclio, nel VII secolo, cambierà ufficialmente la lingua nel greco, essendo ormai la popolazione quasi esclusivamente grecofona (l’imperatore prenderà il titolo greco di Basileus), continueranno a chiamare se stessi
Ρωμαίοι (romaioi), ossia romani.

L’impero romano dopo le riconquiste di Giustiniano

Infatti, dopo un primo tentativo da parte di Giustiniano di riprendere l’occidente, riconquistando l’Africa ai vandali e l’Italia agli ostrogoti (oltre a una parte della Spagna meridionale ai visigoti), l’impero d’oriente sarà prima colpito dai longobardi, che strapperanno loro gran parte della penisola italica (riducendo l’influenza bizantina alle coste adriatiche e del sud Italia e alle isole, oltre a una striscia di terra che andava dalla Romagna a Roma, formalmente sotto il controllo imperiale, ma da cui il Papa si sarebbe affrancato nel corso del VII-VIII secolo.

Poi sarà il turno degli slavi, che occuperanno quasi tutti i Balcani, e gli arabi, che a partire dal VII secolo occuperanno la Siria, la Palestina, l’Egitto e gran parte dell’Africa (Cartagine cadrà nel 698). Gli arabi si spingeranno anche nel Mediterraneo, occupando molte isole, tra cui Creta, Cipro e la Sicilia; con la dinastia macedone, tra il IX e XI secolo, i bizantini riprenderanno molti territori persi, ma dopo la sconfitta di Manzicerta a opera dei turchi selgiuchidi, nel 1071, e la perdita di gran parte dell’Anatolia, inizierà il lento e inesorabile declino (nonostante una piccola ripresa sotto i Comneni tra la fine dell’XI secolo e il XII), sancito dal sacco di Costantinopoli dei crociati del 1204 (la quarta crociata).

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