Con Diocleziano l’impero romano ritorna ad avere stabilità; ma l’impero uscito dalla crisi del terzo secolo e riformato dall’imperatore è diventato qualcosa di differente. I senatori hanno perso il comando degli eserciti, l’ordine equestre è stato infine soppresso, riaggregato a una nuova classe senatoria ancora più allargata.

Costantino

Con Costantino prosegue la riforma amministrativa, con la divisione ormai permanente tra cariche politiche e militari; vengono istituiti veri e propri ministri permanenti, il magister officiorum, il comes sacrarum largitionum, il quaestor sacri palatii etc.; discendenti dei cavalieri (procuratori) preposti a comandare gli uffici (a rationibus, ab epistulis, etc.). Ma al tempo stesso queste cariche vengono ricoperte da personaggi di ogni tipo, compresi eunuchi; il praepositus sacri cubiculi, il maggiordomo di palazzo, erede del a cubiculo, lo è sempre.

Costantino poi sarà il primo imperatore cristiano, che concederà libertà di culto; sarà Teodosio, infine, a comandare che il cristianesimo fosse l’unica religione consentita. Ogni culto pagano viene soppresso, anche i giochi gladiatori finiscono per sparire nel corso del V secolo. Ma quando Alarico assedierà Roma si cercheranno ancora di fare riti pagani, ma non si troverà nessun coraggioso che oltrepassò i veti papali.

Infine l’esercito: la tendenza a creare una riserva strategica viene enfatizzata, dal IV secolo si fa differenza fra le truppe di confine (limitanei) e quelle mobili (comitatensi), con degli eserciti presentali, quelli personali degli imperatori, affidati ai magistri militum.

La sconfitta di Adrianopoli poi (378 d.C.) porterà i romani a dover concedere ai barbari di entrare sempre più spesso nei territori imperiali, non più come sottomessi, ma come pari; fornendo truppe di volta in volta, ma senza dover sottostare alle leggi romane.

Il tardo III secolo – IV secolo segnerà anche lo spostamento sempre più accentuato verso oriente, sia per motivi religiosi, sia perché gli imperatori tengono in maggiore considerazione il pericolo persiano. E l’oriente sembra fautore delle maggiori ricchezze. Il primo è Diocleziano che si insedia a Nicomedia, ma sarà Costantino, che fondando Costantinopoli, con un suo nuovo senato, a creare una vera e propria Nuova Roma.

La divisione in due parti e la fine

Teodosio, ultimo a riunificare l’impero nel 394, morirà subito dopo nel 395, affidando l’impero ai figli: l’occidente a Onorio, sotto la tutela del magister militum di origine vandalica Stilicone, e l’oriente a Arcadio, sotto la tutela del prefetto al pretorio Rufino. Da qui in poi la storia delle due parti resta separata; l’oriente tende a dirottare i barbari verso occidente, cui porta raramente aiuto. I goti e i vandali saccheggeranno due volte Roma (nel 410 e 455), mentre la corte occidentale si rinchiude prima a Milano e poi nella ancora meglio difesa Ravenna. I barbari passano in massa il confine nel 406, e non potendoli respingere, vengono stanziati nell’impero, formando veri e propri regni al suo interno.

Nonostante la grave crisi che vivrà l’impero d’occidente nel V secolo, attraversato dai barbari, ancora allora il senatore Rutilio Namaziano riconoscerà a Roma, nel De reditu suo, di aver creato una sola patria: “Urbem fecisti, quod prius orbis erat”. “Roma, hai fatto di quello che prima era il mondo un’Urbe”. Infine l’arrivo degli unni, ancora una volta dirottati da oriente, segna un nuovo duro colpo per l’occidente, che tuttavia coalizzato tra romani e barbari riesce a sconfiggere Attila ai Campi Catalunici.

Ma ormai il ricorso a truppe barbare è indispensabile per l’occidente, che non può quasi più permettersi di pagare eserciti regolari; il tentativo di riprendere l’Africa, conquistata dai vandali, con l’aiuto dell’impero d’oriente, è tardivo e purtroppo fallisce. Ridotto alla quasi sola Italia, l’impero d’occidente collassa quando Oreste, padre di Romolo Augustolo, rifiuta di dare a Odoacre, comandante dell’esercito ormai quasi completamente barbaro, e ai suoi uomini, terre in Italia, secondo la legge romana che prevedeva di dare un terzo delle terre ai barbari che si stanziavano. Odoacre sconfigge Oreste e depone Romolo, esiliandolo. Poi invia le insegne imperiali a Costantinopoli, affermando che un solo imperatore era sufficiente: era il 476, e senza accorgersene, l’impero romano d’occidente era scomparso.

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