La guerra tra Roma e Cartagine durò dal 264 al 241 a.C. Nata dalla richiesta di aiuto dei Mamertini, si trascinò per lunghi anni, passando attraverso la disastrosa morte di Attilio Regolo in Africa ed episodi come quello del console Publio Claudio Pulcro che, nel 248 a.C., non ottenendo il risultato sperato dai polli augurali, i quali avevano deciso di non beccare il mangime (considerato di buon augurio), li fece gettare in mare esclamando: “se non vogliono mangiare, che bevano”. (Polibio, Storie, I, 49).
L’assedio di Numanzia – la fine dei Celtiberi
«I Numantini stretti dalla fame si trucidarono di propria mano l’uno dopo l’altro per non arrendersi e Scipione Africano espugnò la città e la distrusse, riportandone il trionfo quattordici anni dopo la distruzione di Cartagine.» (TITO LIVIO, AUC LVII; LIX)
Dum Romae consulitur, Saguntum expugnatur
«Dum Romae consulitur, Saguntum expugnatur»
«Mentre a Roma si discute, Sagunto è espugnata»
(Tito Livio, Ab Urbe condita libri, XXI, 7)
La terza guerra punica
«Ceterum censeo Carthaginem esse delendam»
«Inoltre ritengo che Cartagine debba essere distrutta»
Così era solito terminare i propri discorsi in senato Marco Porcio Catone, detto il Censore per via della carica che aveva ricoperto e della sua vena censoria. A cinquant’anni dalla fine della seconda guerra punica (218-202 a.C.) scadevano i tributi di guerra che Cartagine doveva pagare (200 talenti l’anno – ossia più di 5 tonnellate d’argento) e molti senatori erano timorosi di una possibile rinascita della potenza nordafricana.
La battaglia di Talamone e Clastidium
Dopo la prima guerra punica i romani riuscirono ad espandersi nel nord Italia, vincendo i galli a Talamone e Clastidium. Marcello ottenne la spolia opimia.
Claudio Marcello: La spada di Roma
Annibale era così amareggiato dal confronto mai vittorioso con Marcello, tanto da far dire al comandante punico: “Fabio Massimo mi impedisce di combattere , Marco Claudio Marcello di vincere”.
Gli ozi di Capua
Quando la città di Capua si consegnò ai cartaginesi quest’ultimi rimasero irretiti dalle ricchezze cittadine, finendo per perdere di vista l’obiettivo romano.
La straripante vittoria del Metauro – la vendetta contro Annibale
Dopo le travolgenti vittorie del Ticino, della Trebbia, del Trasimeno e di Canne, nei primi due anni di guerra, l’avanzata di Annibale sembrava inarrestabile.
La guerra giugurtina
Il re numida Giugurta tentò di prendersi tutto il regno dello zio Micipsa ma venne fermato dai romani dopo l’eccidio di Cirta, in particolare da Mario e Silla.
Carthago delenda est
Catone era solito terminare i suoi discorsi in senato con “ceterum censeo Carthaginem esse delendam”, ossia “Carthago delenda est”, “Cartagine deve essere distrutta”.