L’assassinio di Caligola

L’assassinio di Caligola

«Dopo aver assunto vari epiteti (si faceva chiamare infatti Pio, Figlio dell’accampamento, Padre degli eserciti, Cesare Ottimo Massimo), quando sentì per caso alcuni re, giunti a Roma per rendergli ossequio, discettare durante la cena che si teneva alla sua mensa, della nobiltà di stirpe, esclamò: «Uno solo sia il sovrano, uno solo il re!».

Ormai per il senato e anche per molti altri la misura era colma. Si temeva che nella sua pazzia nessuno fosse al sicuro. Fu così che senatori e pretoriani decisero di ucciderlo, ritenendolo troppo pericoloso per mantenerlo al comando. La congiura vide i pretoriani come esecutori materiali del delitto, ma ancora non si era deciso su chi gli sarebbe dovuto succedere, sia per incertezza, sia per paura che Gaio lo venisse a sapere anzitempo.

Il ratto delle sabine

Il ratto delle sabine

Dopo la fondazione di Roma Romolo creò un asylum per accogliere gli stranieri. Infatti la città appena nata era formata da fuggitivi, schiavi liberati, contadini e pastori. Il primo re si appellò dunque ai popoli vicini per rinfoltire le sue schiere, tuttavia mancava ancora un elemento fondamentale: le donne. Perciò invitò i vicini sabini ad assistere ad una corsa di carri nell’area in cui sarebbe sorto il circo Massimo, all’epoca ancora paludosa.