«L’ordine di battaglia dell’esercito romano è molto difficile da rompere, dal momento che consente a ogni uomo di combattere sia singolarmente che collettivamente.»
La struttura della legione romana
Il reparto più piccolo all’interno della legione era il contubernium di 8 uomini, che formava un’unica tenda, comandati da un decano. Dieci contubernia andavano a formare la centuria di 80 uomini, la più piccola unità tattica in seno alla legione.
I triarii
«Qualora anche i principes avessero combattuto con scarso successo, si ritiravano dalla prima linea fino ai triarii. Da qui l’espressione in latino “Res ad Triarios rediit” (“essere ridotti ai Triarii”), quando si è in difficoltà.»
Gli ausiliari nell’esercito romano
Alla fine dell’epoca repubblicana i romani facevano affidamento su truppe non regolari fornite da moltissimi regni clienti, specialmente in oriente; Pompeo ad esempio poteva vantare numerose amicizie grazie alle quali poté arruolare numerosi soldati per combattere Cesare. Augusto stabilizzò molti di questi reparti, inquadrandoli negli auxilia, divisi in coorti e alae ausiliarie, ma fu solo Claudio a regolamentare il percorso di carriera per gli ufficiali romani (cavalieri) che le comandavano.
L’equipaggiamento del legionario di Traiano
Il legionario dell’epoca di Traiano era armato con un elmo, una corazza (segmentata, hamata o squamata), lo scutum rettangolare, due pila e un gladio. A questi si aggiunsero gli schinieri tornati di moda per contrastare le falci daciche e vennero aggiunte delle maniche segmentate per lo stesso motivo. Anche gli elmi vennero rinforzati per resistere ai fendenti con una calotta a croce e delle tese e paranuche più ampie. La tattica della legione, distribuita su 10 coorti schierate in duplex o triplex acies (o due linee da 5 coorti o tre da 4, 3, 3 coorti), era di ingaggiare il nemico dopo il fuoco delle macchine come scorpioni e carroballiste (balliste montate su carri) e le raffiche di arcieri, frombolieri e ausiliari armati alla leggera. Il nemico già indebolito veniva caricato con il lancio dei pila a distanza ravvicinata, che erano stati rinforzati nell’ultimo secolo con una palla di piombo per aumentarne il danno. Il pilum generalmente trapassava lo scudo e se non lo faceva rendeva impossibile usarlo. Arrivati al corpo a corpo l’enorme esperienza e disciplina delle legioni, unita alla terribile efficacia del gladio, usato per pugnalare più che per menare fendenti, rendeva spesso la vittoria romana una mera questione di tempo.
La cavalleria romana
I romani non furono mai grandi cavalieri ma nel corso del tempo arruolarono numerosi reparti ausiliari e ne crearono di nuovi adattandosi al nemico.
Lo schieramento romano in battaglia
I romani cambiarono più volte il loro modo di combattere, passando dalla tattica manipolare a quella della coorte.
La legione romana
La legione romana nel corso del tempo muta da contadini-soldati che difendono la terra a forza professionale e volantaria regolarmente retribuita.
Il centurione – il nerbo dell’esercito romano
I centurioni fin dall’epoca repubblicana erano scelti tra i migliori combattenti della centuria, ma in alcuni casi, a partire dal principato, giovani di buona famiglia saltavano la gavetta e prendevano direttamente il posto di centurione.
Le armature dei legionari romani
Nel tempo i romani passarono da un equipaggiamento oplitico, all’armatura ad anelli gallica, la lorica segmentata, per tornare poi ad anelli e squamate.