Molte solo le locuzioni celebri riferite a Giulio Cesare, come “veni vidi vici” o “alea iacta est”, passando per “quoque tu brute”.
Le più famose frasi di Cesare

Molte solo le locuzioni celebri riferite a Giulio Cesare, come “veni vidi vici” o “alea iacta est”, passando per “quoque tu brute”.
La battaglia di Munda, il 17 marzo 45 a.C. segnò l’ultima grande vittoria di Cesare e la fine della guerra civile. Tornato a Roma, divenne dittatore a vita.
Cesare era noto per il suo carattere,come quando promise vendetta ai pirati o pianse sulla statua di Alessandro.Allo stesso modo chiamava i soldati commilitoni.
Dopo la sconfitta di Farsalo Pompeo cercò riparo in Egitto ma venne assassinato per compiacere il vittorioso Cesare, a cui ne venne offerta la testa.
Tra i centurioni di Cesare molti divennero famosi, come Gaio Crastino, morto a Farsalo, o Cassio Sceva. Ma forse i più famosi furono Pullo e Voreno.
Il 6 aprile del 46 a.C. Cesare vinceva Metello Scipione a Tapso, annullando la superiorità nemica e gli elefanti con la V Alaudae.
Nell’agosto del 48 a.C. Cesare sconfisse Pompeo, che aveva un esercito più numeroso, a Farsalo. Per lui si aprivano le strade del potere assoluto.
Il 7 gennaio del 49 a.C. il senato inviava un senatus consultum ultimum, un vero e proprio ultimatum, a Cesare. Quest’ultimo avrebbe dovuto deporre il comando dell’esercito gallico e rientrare a Roma come privato cittadino.
Dopo l’elezione al consolato del 107 a.C., Gaio Mario, che aveva intenzione di porre fine alla Guerra Giugurtina, decise di arruolare anche i capite censi, ossia i proletari che non disponevano di proprietà