Annibale era così amareggiato dal confronto mai vittorioso con Marcello, tanto da far dire al comandante punico: “Fabio Massimo mi impedisce di combattere , Marco Claudio Marcello di vincere”.
Lo schieramento romano in battaglia
I romani cambiarono più volte il loro modo di combattere, passando dalla tattica manipolare a quella della coorte.
Mario contro cimbri e teutoni
I cimbri e teutoni inflissero ai romani la terribile sconfitta di Arausio. Fu Gaio Mario ad annientarli a Aquae Sextiae e Campi Raudii.
La battaglia di Munda
La battaglia di Munda, il 17 marzo 45 a.C. segnò l’ultima grande vittoria di Cesare e la fine della guerra civile. Tornato a Roma, divenne dittatore a vita.
La benevolenza e la temperanza di Cesare
Cesare era noto per il suo carattere,come quando promise vendetta ai pirati o pianse sulla statua di Alessandro.Allo stesso modo chiamava i soldati commilitoni.
Vittoria di Pirro
Dopo la battaglia di Ascoli Satriano, nel 279 a.C., Pirro avrebbe esclamato: «Ἂν ἔτι μίαν μάχην νικήσωμεν, ἀπολώλαμεν» («un’altra vittoria così sui Romani e sarò perduto»), da cui sarebbe poi derivata l’espressione “vittoria di Pirro”. Infatti il re epirota vinse, ma a carissimo prezzo.
Legione contro falange
Sebbene sulla carta la falange fosse più forte, nella pratica i romani riuscirono ad adattarsi e massacrare i nemici che la utilizzavano.
La legione romana
La legione romana nel corso del tempo muta da contadini-soldati che difendono la terra a forza professionale e volantaria regolarmente retribuita.
Domiziano: imperator, dominus et deus
Domiziano fu il primo a farsi chiamare dominus et deus; proveribiale era la sua cattiveria nei confronti del senato e delle numerose condanne a morte.
Le follie di Eliogabalo
Quando il quattordicenne Bassiano prese il potere, sotto la tutela della madre, si concentrò pienamente sulla lussuria e il culto solare siriano.
“Molti furono quelli che, attratto dalle loro bellezze fìsiche, #Eliogabalo portò a palazzo, prendendoli dal teatro, dal circo, o dall’arena. Aveva poi una violenta passione per Ierocle, tanto da arrivare a baciarlo nell’inguine – roba che fa vergogna anche solo a dirla – affermando che così lui celebrava i riti della dea Flora. Commise incesto con una vergine Vestale. Profanò i sacri culti del popolo romano, depredando i reliquiari dei templi. Avrebbe voluto persino spegnere il fuoco perenne. Né ebbe in animo soltanto di abolire i culti romani, ma quelli di tutto il mondo, animato da quest’unica aspirazione, che il dio Eliogabalo fosse venerato ovunque.” (HISTORIA AUGUSTA, ELIOGABALO, 5, 1-5; 6, 1-9; 7, 1-4)