«Publio Clodio, figlio di Appio, è stato colto in casa di Gaio Cesare mentre si compiva il sacrificio rituale per il popolo, in abito da donna, ed è riuscito a fuggire via solo per l’aiuto di una servetta; grave scandalo; sono sicuro che anche tu ne sarai indignato.» (Cicerone, Lettere ad Attico, I, 12,3)
La secessione della plebe del 494 a.C.
“Fu deciso dunque di mandare a trattare con la plebe Menenio Agrippa, uomo eloquente e caro al popolo, essendo di origine plebea. Questi introdotto nel campo si dice abbia fatto semplicemente questo racconto, col primitivo e rozzo modo di parlare di quell’epoca […] paragonando la sedizione interna del corpo all’ira della plebe contro i patrizi, riuscì a piegare gli animi. Cominciarono allora le trattative per il ritorno della concordia, e nei patti fu accordato alla plebe di avere propri magistrati inviolabili, ai quali era riconosciuto il diritto di intercedere in favore della plebe contro le decisioni dei consoli, e fu stabilito che nessun patrizio potesse accedere a quella magistratura.” (T. LIVIO, ab urbe condita libri, ii, 32-33)
Cincinnato – il dittatore e il cittadino romano
«Durante il seguente anno, a causa del blocco di un esercito romano sul monte Algido a circa dodici miglia dalla città, Lucio Quinzio Cincinnato, che possedeva soltanto quattro acri di terra e lo coltivava con le proprie mani, venne nominato dittatore. Egli trovandosi al lavoro impegnato nell’aratura, si deterse il sudore, indossò la toga praetexta, accettò la carica, sconfisse i nemici e liberò l’esercito.» (EUTROPIO, BREVIARIUM AB URBE CONDITA LIB. I,17)
La lotta tra patrizi e plebei
La lotta tra patrizi e plebei nacque insieme alla repubblica e terminò solo nel 287 a.C., quando i plebei ottennero la piena parità, dopo alcune secessioni. Passo fondamentale fu la creazione del tribunato della plebe: i tribuni erano sacri, inviolabili e avevano il diritto di veto sulle decisioni del senato e dei comizi.
I dittatori romani
Durante la repubblica in caso di emergenza i romani eleggevano un dittatore. Dopo gli abusi di Silla e Cesare Ottaviano abolì la carica, divenendo “princeps”.
Le riforme dei Gracchi
Tiberio e Gaio Gracco, eletti tribuni della plebe, cercarono di restituire le terre ai contadini, ma l’aristocrazia che traeva profitto dai latifondi li uccise.