Il testamento e il funerale di Giulio Cesare

Il testamento e il funerale di Giulio Cesare

«La toga pretesta di Giulio Cesare, sporca di sangue, che fu mostrata durante il suo corteo funebre, fece infuriare il popolo romano: si sapeva che era stato ucciso, perché il suo cadavere era stato collocato sul catafalco, ma quella veste fradicia di sangue fece vedere con tale evidenza l’immagine del delitto che sembrava che Cesare non fosse stato ucciso, ma lo si stesse uccidendo proprio in quel preciso momento.»

(QUINT. INST. VI, 1, 31)

La secessione della plebe del 494 a.C.

La secessione della plebe del 494 a.C.

“Fu deciso dunque di mandare a trattare con la plebe Menenio Agrippa, uomo eloquente e caro al popolo, essendo di origine plebea. Questi introdotto nel campo si dice abbia fatto semplicemente questo racconto, col primitivo e rozzo modo di parlare di quell’epoca […] paragonando la sedizione interna del corpo all’ira della plebe contro i patrizi, riuscì a piegare gli animi. Cominciarono allora le trattative per il ritorno della concordia, e nei patti fu accordato alla plebe di avere propri magistrati inviolabili, ai quali era riconosciuto il diritto di intercedere in favore della plebe contro le decisioni dei consoli, e fu stabilito che nessun patrizio potesse accedere a quella magistratura.” (T. LIVIO, ab urbe condita libri, ii, 32-33)