“Ormai pareggiate le sorti, ne rimanevano in vita uno per parte, ma ben diversi per animo e per forze: l’uno spingevano baldanzoso al terzo duello il corpo non tocco dal ferro e la duplice vittoria; l’altro trascinando il corpo stanco per le ferite e per la corsa, già vinto dalla precedente strage dei fratelli, si offre ai colpi del nemico vincitore. Non fu vera lotta: il Romano imbaldanzito disse:
«Due ne ho offerti ai Mani dei fratelli; il terzo lo offrirò alla causa di questa guerra, affinché i Romani comandino sugli Albani».
Fattosi sopra l’avversario, che a stento reggeva le armi, gli piantò la spada nella gola, e ne spogliò il cadavere.” (Tito Livio, Ab Urbe Condita I, 25)
La fine di Romolo
Dopo trentotto anni di regno Romolo sarebbe asceso in cielo, secondo la tradizione. Il racconto serviva probabilmente a mascherare il suo omicidio da parte dei senatori, che lo avrebbero poi fatto a pezzi, nascondendo ognuno di essi una parte del suo corpo.
Augusto e la res publica
Augusto ottenne una serie di poteri straordinari, mantenendo all’apparenza lo status di privato cittadino, ma al contempo di primus inter pares tra i senatori.
I dittatori romani
Durante la repubblica in caso di emergenza i romani eleggevano un dittatore. Dopo gli abusi di Silla e Cesare Ottaviano abolì la carica, divenendo “princeps”.
Orazio Coclite
Quando Porsenna cercò di prendere Roma fu solo grazie alla resistenza eroica di Orazio Coclite sul ponte Sublicio che gli etruschi vennero respinti.
Fine o trasformazione dell’impero romano?
Nel 476 Romolo Augustolo venne deposto dal barbaro Odoacre, che reclamò per sè il titolo di rex. Era la fine dell’impero romano d’occidente.
Il sacrificio di Muzio Scevola
Muzio Scevola è passato alla storia per aver sacrificato la sua mano per lo stato, mostrando a Porsenna che i romani non si sarebbero mai arresi.
Il ratto delle sabine
Dopo la fondazione di Roma Romolo creò un asylum per accogliere gli stranieri. Infatti la città appena nata era formata da fuggitivi, schiavi liberati, contadini e pastori. Il primo re si appellò dunque ai popoli vicini per rinfoltire le sue schiere, tuttavia mancava ancora un elemento fondamentale: le donne. Perciò invitò i vicini sabini ad assistere ad una corsa di carri nell’area in cui sarebbe sorto il circo Massimo, all’epoca ancora paludosa.
Il mundus: il collegamento tra il mondo dei morti e quello dei vivi
Il mundus era la fossa che, creata quando si fondava una città, collegava il mondo dei morti con quello dei vivi. Era riaperto solo in rare occasioni.