Dal Principato al Dominato

Dal Principato al Dominato

A partire da Diocleziano viene introdotto il rito orientale della proskynesis, ossia della prostrazione di fronte l’imperatore, seguendo un ordo salutationis. L’adoratio dell’imperatore seguiva infatti un rituale preciso; anche ciò che lo circondava divenne sacro: l’assemblea il sacrum concistorum e la camera da letto il sacrum cubiculum, con un addetto che era tra i massimi ministri dell’impero tardoantico, il praepositus sacri cubiculi, primo funzionario nella Notitia Dignitatum dopo i prefetti al pretorio e i magistri militum.

L’ascesa al potere di Settimio Severo

L’ascesa al potere di Settimio Severo

«Da entrambe le parti c’erano centocinquantamila soldati ed erano presenti allo scontro ambedue i comandanti. Albino era superiore per nobiltà e per la formazione ricevuta, mentre il suo rivale prevaleva nella scienza militare e nell’arte di condurre un esercito.» (CASSIO DIONE, STORIA ROMANA, LXXVI, 6)

Dopo due giorni di aspri combattimenti a Lugdunum tra Settimio Severo e Clodio Albino, il 21 febbraio del 197 d.C. il primo ebbe la meglio. Severo, rimasto unico imperatore dopo essersi sbarazzato in precedenza anche di Didio Giuliano e Pescennio Nigro, fece decapitare il corpo di Albino, che si era tolto la vita, passò a cavallo sul suo cadavere e lo fece gettare nel Rodano. La testa venne invece inviata in senato come monito ai senatori che avevano simpatie per Albino. Racconta l’Historia Augusta che Severo fu implacabile coi senatori, facendo uccidere a decine, oltre a Giulio Leto, che aveva guidato parte delle forze di Severo in battaglia e di cui l’imperatore era geloso.

Le follie di Eliogabalo

Le follie di Eliogabalo

Quando il quattordicenne Bassiano prese il potere, sotto la tutela della madre, si concentrò pienamente sulla lussuria e il culto solare siriano.

“Molti furono quelli che, attratto dalle loro bellezze fìsiche, #Eliogabalo portò a palazzo, prendendoli dal teatro, dal circo, o dall’arena. Aveva poi una violenta passione per Ierocle, tanto da arrivare a baciarlo nell’inguine – roba che fa vergogna anche solo a dirla – affermando che così lui celebrava i riti della dea Flora. Commise incesto con una vergine Vestale. Profanò i sacri culti del popolo romano, depredando i reliquiari dei templi. Avrebbe voluto persino spegnere il fuoco perenne. Né ebbe in animo soltanto di abolire i culti romani, ma quelli di tutto il mondo, animato da quest’unica aspirazione, che il dio Eliogabalo fosse venerato ovunque.” (HISTORIA AUGUSTA, ELIOGABALO, 5, 1-5; 6, 1-9; 7, 1-4)