Alla morte di Decio in battaglia ad Abrittus, nel 251, i soldati elessero loro imperatore Gaio Vibio Afinio Treboniano Gallo, etrusco di origine e nato a Perugia, nel 206.

Consolare, senatore, console suffetto e legato della Mesia Superiore, aveva un curriculum di tutto rispetto.

Per ratificare velocemente la sua elezione decise di fare subito ritorno a Roma, comprando una pace svantaggiosa con i goti, permettendo loro di tenere l’intero bottino e gli ostaggi, oltre a un tributo in oro da pagare annualmente.

Arrivato a Roma, chiese onori divini per gli imperatori caduti, accettando di condividere la porpora con Ostiliano, il figlio di Decio sopravvissuto, mentre suo figlio Volusiano rimaneva soltanto Cesare e principe della gioventù.

Ma nello stesso anno Ostiliano morì (pare di peste) e Volusiano fu elevato ad Augusto. Sembra che Treboniano promosse delle persecuzioni contro i cristiani, cui fu vittima papa Cornelio, incarcerato (e che morì d’inedia) nel 252.

Nel 252 il re persiano Shapur attaccò i romani, arrivando ad Antiochia, che venne saccheggiata; ma fu fermato da Uranio Antonino Sampsigeramo, discendente di Giulia Domna. Fu anche eletto Augusto, ma di lui si perdono le notizie dopo il 254. Nel frattempo i goti avevano saccheggiato nuovamente i Balcani.

Infatti Marco Emilio Emiliano, governatore della Mesia Superiore, aveva infranto il patto con i goti, non versando il tributo, e anche i suoi soldati lo incitavano a combatterli; pertanto lo acclamarono imperatore. Emiliano marciò su Roma, scontrandosi con Gallo a Interamna Nahars (Terni), dove lo sconfisse. I soldati abbandonarono l’imperatore e lo uccisero a Forum Flamini, nell’estate del 253, poco prima dell’arrivo di Valeriano.

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