Alla morte di Leone divenne imperatore il nipote, il piccolo Leone II, che tuttavia morì pochi mesi dopo. In quello stesso 474 prese la porpora il padre del defunto imperatore, Zenone. Originario dell’Isauria, nel sud dell’Asia Minore, il suo vero nome era Tarasicodissa. Gli isauri erano un popolo bellicoso che nei secoli precedenti, specialmente a partire dal III secolo d.C., si erano dedicati al saccheggio e al brigantaggio, problema endemico di alcune regioni dell’impero, come il sud dell’Asia minore o la Gallia, dove operavano i bagaudi.

Giunto a Costantinopoli nel 466 per allontanare dal potere Aspar, prese il nome greco di Zenone, diventando comes domesticorum (capo delle guardie) di Leone e poco dopo sposò sua figlia Ariadne. Nel 469 ricevette anche l’onore del consolato e divenne magister militum utriusque militiae in oriente, in pratica comandante supremo dell’esercito orientale.

Allontanatosi per gestire le questioni militari, riprese potere Aspar, contro il quale si rivolse Zenone, tornato a Costantinopoli, facendolo uccidere insieme al figlio Ardabur nel 471, mentre spingeva il fratello di quest’ultimo, Patrizio, a ripudiare la moglie (figlia di Leone) e rinunciare a ogni pretesa.

Inoltre Zenone riuscì a stipulare un patto di pace eterna con Genserico, inizialmente sfavorevole all’indebolimento barbarico in oriente, che garantì a Costantinopoli cinquanta anni di pace con i vandali; vennero anche recuperati alcuni prigionieri romani. Altro problema era dato da Teoderico Strabone, capo ostrogoto che guidava il malcontento nei balcani per la posizione di forza data agli isauri a scapito dei barbari, ma Zenone poté contare su un suo ufficiale, tale Illo.

Imperatore

Ariadne, moglie di Zenone

Zenone divenne dunque imperatore alcuni mesi dopo la morte di Leone, avvenuta il 18 gennaio 474. L’augusta Verina, vedova di Leone, e il senato, convinsero il piccolo a nominare Augusto anche il padre Zenone il 9 febbraio; da allora fu unico imperatore e il figlio morì pochi mesi dopo. Gli isauri era in fin dei conti niceni, e non ariani come i barbari.

Nonostante Verina fosse stata tra i sostenitori di Zenone, tramò subito contro di lui, non tollerando che la figlia, sposata con l’imperatore, avesse più potere di lei. Cercò di mettere al suo posto un tale Patrizio (omonimo del figlio di Aspar), con l’appoggio di Illo e Basilisco, fratello di Verina (lo stesso che aveva perso miseramente contro Genserico nel 468 condannando l’impero d’occidente al tracollo). Ma non fu Patrizio a prendere il potere, bensì proprio Basilisco, che ottenne la porpora tra il gennaio 475 e l’agosto del 476, mentre Zenone fuggiva in Isauria con il tesoro imperiale.

Basilisco, monofisita, fece di tutto per rendersi odioso alla popolazione: dovette aumentare le tasse, si inimicò Illo, mise a morte l’amante di Verina, perseguitò gli isauri, nominò magister militum il proprio nipote e non Teoderico Strabone. Zenone riuscì a rientrare a Costantinopoli, aiutato da Illo, e riprese il potere, nell’autunno del 476, proprio negli stessi giorni in cui Odoacre deponeva Romolo Augustolo. Basilisco fu spedito in Cappadocia, con la moglie e i figli, dove vennero murati vivi in una cisterna vuota e fatti morire.

Gli anni seguenti furono segnati dai dissidi tra monofisiti e ortodossi, con Zenone che preferì il dialogo alla persecuzione. Promulgò infatti un editto, l’Henotikon, nel 482 (l’ “Unione”) con il patriarca di Costantinopoli Acacio, che ribadiva l’ortodossia, ma sorvolava sul concilio di Calcedonia; ma l’editto ebbe l’effetto opposto, inimicandosi tutti. Si produsse uno scisma con papa Felice III, ricomposto solo nel 519, mentre Illo (allora magister officiorum) complottava con Verina, promuovendosi come paladino dell’ortodossia, e nominando Augusto un tale Leonzio, che però venne subito sconfitto e decapitato insieme ad Illo (488).

Era il 489 e Zenone aveva, dopo 15 anni, ripreso il controllo della situazione. Decise allora di gestire la questione italiana, con Odoacre che si era impadronito dell’Italia proprio nel 476; Zenone aveva continuato ad appoggiare Giulio Nepote, che morì nel 480. Ma nel 489 decise di cogliere il problema ostrogoto e del loro re Teoderico (non quello Strabone che aveva dato tanti problemi) degli Amali, a cui affidò il compito di conquistare e stabilirsi in Italia, Non solo allontanava un pericolo da Costantinopoli, ma si liberava di Odoacre, con i barbari che si sarebbero combattuti a vicenda. Teoderico riuscirà poi a conquistare l’Italia e uccise Odoacre con l’inganno, diventando padrone della penisola nel 493.

Dopo tanti anni fatti di continui rivolgimenti Zenone morì, il 9 aprile del 491, senza vedere compiuta l’opera di Teoderico. La causa della morte fu dissenteria o epilessia, sebbene girasse una storia in cui, creduto morto, fu sepolto vivo. Ariadne, la moglie, non avendo eredi, decise di affidare l’impero a un funzionario di nome Anastasio, non senza le ire del fratello del defunto imperatore Longino.

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