“Ormai pareggiate le sorti, ne rimanevano in vita uno per parte, ma ben diversi per animo e per forze: l’uno spingevano baldanzoso al terzo duello il corpo non tocco dal ferro e la duplice vittoria; l’altro trascinando il corpo stanco per le ferite e per la corsa, già vinto dalla precedente strage dei fratelli, si offre ai colpi del nemico vincitore. Non fu vera lotta: il Romano imbaldanzito disse:
«Due ne ho offerti ai Mani dei fratelli; il terzo lo offrirò alla causa di questa guerra, affinché i Romani comandino sugli Albani».
Fattosi sopra l’avversario, che a stento reggeva le armi, gli piantò la spada nella gola, e ne spogliò il cadavere.” (Tito Livio, Ab Urbe Condita I, 25)
Cosa c’è di vero ne “Il Gladiatore”?
«Mi chiamo Massimo Decimo Meridio, comandante dell’esercito del Nord, generale delle legioni Felix, servo leale dell’unico vero imperatore Marco Aurelio. Padre di un figlio assassinato, marito di una moglie uccisa… e avrò la mia vendetta… in questa vita o nell’altra.»
La fine di Pompeo Magno
Dopo la sconfitta di Farsalo Pompeo cercò riparo in Egitto ma venne assassinato per compiacere il vittorioso Cesare, a cui ne venne offerta la testa.
Pecunia non olet
Pur di risanare le casse pubbliche dopo le spese folli di Nerone, Vespasiano mise una tassa sull’urina, la centesima venalium, che era utilizzata nelle fulloniche. Sia secondo Svetonio (Vita dei Cesari, VIII, 23), sia Cassio Dione (Storia Romana, LXV, 14,5), alle rimostranze del figlio Tito l’imperatore avrebbe risposto: “pecunia non olet” (il denaro non ha odore).
Acta est fabula
Il 19 agosto del 14 d.C. moriva Augusto a Nola, in Campania. Adottato dal prozio Cesare per testamento, Gaio Ottavio divenne Gaio Giulio Cesare Ottaviano.
Le atroci morti degli imperatori romani
Furono ben pochi gli imperatori romani a morire di morte naturale o per malattia, specialmente a partire dal III secolo; molti furono uccisi, alcuni trucidati.
Il Circo Massimo
L’area del Circo Massimo fu utilizzata fin dai tempi di Romolo per corse di carri, la prima delle quali fu usata per ingannare i sabini e fare il famoso ratto.
Gli imperatori folli
Alcuni imperatori sono passati alla storia come particolarmente instabili, come Caligola, Nerone, Domiziano, Commodo ed Eliogabalo. Ma lo erano davvero?
Il sacrificio di Muzio Scevola
Muzio Scevola è passato alla storia per aver sacrificato la sua mano per lo stato, mostrando a Porsenna che i romani non si sarebbero mai arresi.
Spartaco e la terza guerra servile
La rivolta di Spartaco, attorno il 73 a.C., fu la più grande rivolta servile del mondo antico. Dopo il grande afflusso di schiavi del II secolo a.C., dovuto alla repentina espansione romana nel Mediterraneo, molti latifondi italici, specialmente al sud e in Sicilia, furono riempiti di schiavi orientali, mentre i piccoli contadini migravano nelle città, formando il proletariato delle nuove legioni mariane. Spartaco, delle cui origini si sa poco, se non che forse fosse trace (o forse con trace si faceva riferimento al suo tipo di gladiatura), guidò la rivolta di gladiatori di Capua (i gladiatori erano anch’essi schiavi), a cui si unirono enorme masse in tutta Italia.