«Vercingetorige, indossata l’armatura più bella, bardò il cavallo, uscì in sella dalla porta della città di Alesia e, fatto un giro attorno a Cesare seduto, scese da cavallo, si spogliò delle armi che indossava e chinatosi ai piedi di Cesare, se ne stette immobile, fino a quando non fu consegnato alle guardie per essere custodito fino al trionfo.» (Plutarco, Vite Parallele, Cesare, 27, 9-10)
La formazione romana a Testudo
«Le truppe armate pesantemente che utilizzano gli scudi oblunghi, ricurvi e cilindrici sono disposte intorno all’esterno, formando una figura rettangolare, e, rivolte verso l’esterno e tenendo le braccia pronte, racchiudono il resto. Gli altri che hanno scudi piatti, formano un corpo compatto al centro e alzano gli scudi sopra le teste di tutti gli altri in modo che non si veda altro che scudi in ogni parte della falange allo stesso modo e tutti gli uomini per la densità della formazione sono al riparo dai missili. In effetti, è così meravigliosamente forte che gli uomini possono camminarci sopra e ogni volta che arrivano in uno stretto burrone, perfino cavalli e veicoli possono essere guidati al di sopra.»
(Cassio Dione, Storia Romana, XXXXIX, 29)
La morte di Cleopatra
Dopo l’ingresso di Ottaviano ad Alessandria e il suicidio di Antonio anche Cleopatra si tolse la vita, forse con un morso d’aspide come racconta Plutarco:
« Si racconta che l’aspide fu portato a #Cleopatra nel paniere insieme ai fichi, e che aveva dato ordine di nasconderlo tra le foglie, affinché il rettile la morsicasse senza che essa se ne accorgesse. Ma quando tolse i fichi, lo vide, e disse : “Eccolo, era qui”. Denudò perciò il braccio e lo offrì al morso dell’animale. »
(Plutarco, Vita di Antonio, 86)
Le più famose frasi di Cesare
Molte solo le locuzioni celebri riferite a Giulio Cesare, come “veni vidi vici” o “alea iacta est”, passando per “quoque tu brute”.
La benevolenza e la temperanza di Cesare
Cesare era noto per il suo carattere,come quando promise vendetta ai pirati o pianse sulla statua di Alessandro.Allo stesso modo chiamava i soldati commilitoni.
La fine di Pompeo Magno
Dopo la sconfitta di Farsalo Pompeo cercò riparo in Egitto ma venne assassinato per compiacere il vittorioso Cesare, a cui ne venne offerta la testa.
Vittoria di Pirro
Dopo la battaglia di Ascoli Satriano, nel 279 a.C., Pirro avrebbe esclamato: «Ἂν ἔτι μίαν μάχην νικήσωμεν, ἀπολώλαμεν» («un’altra vittoria così sui Romani e sarò perduto»), da cui sarebbe poi derivata l’espressione “vittoria di Pirro”. Infatti il re epirota vinse, ma a carissimo prezzo.
Il Pilum
Il pilum era il giavellotto usato dai legionari prima del corpo a corpo. Lanciato a breve distanza, aveva lo scopo di trafiggere l’uomo dietro lo scudo.
Carthago delenda est
Catone era solito terminare i suoi discorsi in senato con “ceterum censeo Carthaginem esse delendam”, ossia “Carthago delenda est”, “Cartagine deve essere distrutta”.
Alea iacta est – Il dado è tratto
Il 7 gennaio del 49 a.C. il senato inviava un senatus consultum ultimum, un vero e proprio ultimatum, a Cesare. Quest’ultimo avrebbe dovuto deporre il comando dell’esercito gallico e rientrare a Roma come privato cittadino.