«L’ordine di battaglia dell’esercito romano è molto difficile da rompere, dal momento che consente a ogni uomo di combattere sia singolarmente che collettivamente.»
I triarii
«Qualora anche i principes avessero combattuto con scarso successo, si ritiravano dalla prima linea fino ai triarii. Da qui l’espressione in latino “Res ad Triarios rediit” (“essere ridotti ai Triarii”), quando si è in difficoltà.»
La cavalleria romana
I romani non furono mai grandi cavalieri ma nel corso del tempo arruolarono numerosi reparti ausiliari e ne crearono di nuovi adattandosi al nemico.
Lo schieramento romano in battaglia
I romani cambiarono più volte il loro modo di combattere, passando dalla tattica manipolare a quella della coorte.
Il centurione – il nerbo dell’esercito romano
I centurioni fin dall’epoca repubblicana erano scelti tra i migliori combattenti della centuria, ma in alcuni casi, a partire dal principato, giovani di buona famiglia saltavano la gavetta e prendevano direttamente il posto di centurione.
La coorte
In principio i romani usavano centurie e manipoli, ma nuove minacce durante la repubblica li spinsero ad adottare la coorte, più grande dei precedenti.
Il Pilum
Il pilum era il giavellotto usato dai legionari prima del corpo a corpo. Lanciato a breve distanza, aveva lo scopo di trafiggere l’uomo dietro lo scudo.
Carthago delenda est
Catone era solito terminare i suoi discorsi in senato con “ceterum censeo Carthaginem esse delendam”, ossia “Carthago delenda est”, “Cartagine deve essere distrutta”.
I castra romani
I castra romani erano il classico esempio di fortificazione romana, dalla tipica forma rettangolare, creati sia al termine della marcia sia in modo permanente.
L’esercito manipolare
In seguito alle guerre sannitiche l’esercito romano prese la forma manipolare descritta da Polibio, con la divisione in hastati, principes e triarii.