Costantino riformò profondamente l’amministrazione e la burocrazia, sulla strada di Diocleziano, e anche l’esercito, con la definitiva distinzione in limitanei (truppe di frontiera) e comitatensi (di movimento, stanziate all’interno). Sciolse inoltre la guardia pretoriana dopo la vittoria contro Massenzio, a cui era rimasta fedele. Inoltre, introdusse l’aurum tironicum, una tassa in oro che sostituiva la fornitura di reclute da parte dei proprietari terrieri, con cui si assoldavano preferibilmente barbari. Non è un caso che moltissimi comandanti romani del IV secolo abbiano nomi e origine barbariche.
Dal Principato al Dominato
A partire da Diocleziano viene introdotto il rito orientale della proskynesis, ossia della prostrazione di fronte l’imperatore, seguendo un ordo salutationis. L’adoratio dell’imperatore seguiva infatti un rituale preciso; anche ciò che lo circondava divenne sacro: l’assemblea il sacrum concistorum e la camera da letto il sacrum cubiculum, con un addetto che era tra i massimi ministri dell’impero tardoantico, il praepositus sacri cubiculi, primo funzionario nella Notitia Dignitatum dopo i prefetti al pretorio e i magistri militum.
La dinastia di Costantino
Flavio Costanzo, uno dei quattro tetrarchi, diede vita tramite il figlio Costantino alla dinastia che reggerà l’impero romano nella prima metà del IV secolo d.C. e che determinerà la sua svolta verso il cristianesimo.
L’editto dei prezzi di Diocleziano
Nel 301 d.C. Diocleziano promosse un editto dei prezzi per placare l’inflazione e ripristinare una forte moneta d’argento, ma non riuscì nel suo scopo.
La battaglia di Ponte Milvio
Nel 312 Costantino sconfisse Massenzio, ottenendo il controllo dell’occidente. All’epoca però l’imperatore era ancora pagano, come confermano le monete.
Diocleziano e l’assolutismo al potere
Con Diocleziano vennero introdotti alcuni riti tipicamente orientali come quelli della prostrazione e l’imperatore divenne definitivamente dominus, “padrone”.
La fine della tetrarchia
Nel 293 Diocleziano predispose un’accurata riforma amministrativa e statale dell’impero romano: diviso in province raggruppate in diocesi affidate a prefetti, separava le cariche politiche e militari, raddoppiava le province e infine suddivideva l’impero tra due imperatori, chiamati Augusti, e due vice, chiamati Cesari.
In hoc signo vinces
Secondo il racconto di Eusebio nella sua Vita di Costantino, l’imperatore avrebbe osservato la scritta “in hoc signo vinces” in cielo prima di Ponte Milvio.
Diocleziano e l’invenzione della tetrarchia
Diocleziano creò una nuova forma di governo: l’impero fu diviso tra quattro imperatori, due Augusti e due Cesari.
L’esercito tardoantico
Settimio Severo sciolse le coorti pretorie, riformandole con legionari pannonici e raddoppiandone gli effettivi e arruolando tre nuove legioni.