“Al primo attacco della malattia: «Ahimè», disse, «credo che sto diventando un dio». […] continuava a compiere, come al solito, i suoi doveri d’imperatore, tanto da ricevere le legazioni perfino mentre stava a letto. Ma, quando un improvviso attacco di diarrea lo ridusse allo stremo, disse che «un imperatore doveva morire in piedi»; e, mentre si sforzava di alzarsi, spirò tra le braccia di quelli che lo sostenevano” (Svetonio, vita di Vespasiano 23-24)
Pompei – la più famosa città del mondo antico
Il nome di Pompei deriva dal greco πημπο o πομπη o dall’osco pompe. La città venne fondata forse dagli opici, che occuparono la base delle pendici del Vesuvio, vicino al golfo di Napoli e alla foce del fiume Sarno, ma i primi edifici furono degli osci, che fondarono alcuni villaggi, riuniti in una singola città, passata probabilmente sotto l’influenza etrusca poco dopo il 524 a.C., anno in cui fondarono Capua. Divenuta romana durante le guerre sannitiche e vinta in quanto alleata con gli italici durante la guerra sociale, divenne colonia.
Il 5 febbraio del 62 d.C. l’area di Pompei era stata interessata da un violento terremoto, che avrebbe dunque preannunciato il successivo evento catastrofico; nel 79 d.C. ancora non erano stati compiuti del tutto i lavori di ricostruzione, ed alcuni erano appena terminati. Con epicentro nella vicina Stabia, il sisma provocò numerosi danni e crolli, testimoniati dagli affreschi della casa di Lucio Cecilio Giocondo, i danni a Porta Vesuvio, al Castellum Aquae e al foro e al tempio di Giove. Molti tra i più ricchi si trasferirono altrove, salvandosi poi dall’eruzione, mentre in città si andava formando una nuova borghesia di estrazione proletaria-libertina.
La dinastia dei Flavi – Da Vespasiano a Domiziano
Alla fine dell’anno dei quattro imperatori trionfò Vespasiano, che diede vita alla seconda dinastia dell’impero romano, quella dei Flavi. L’imperatore non era più, grazie alla lex de imperio Vespasiani, un privato cittadino primus inter pares tra i senatori, legittimato a governare la res publica in quanto discendente di Cesare, ma un senatore che otteneva il pieno riconoscimento costituzionale della sua posizione di imperatore dei romani.
La distruzione del tempio di Gerusalemme
I romani dopo duri scontri erano arrivati ormai al piazzale del tempio di Erode a Gerusalemme, ma continuavano a essere ricacciati dai nemici che non volevano a nessun costo cedere il tempio ai romani. Infine qualche romano lanciò delle fiaccole dando fuoco al tempio; scoppiò il caos, i romani che non ne potevano più della resistenza nemica macellarono chiunque si trovarono davanti. Tito, che si era ritirato nella sua tenda accorse, entrò nel tempio e diede ordine di spegnere l’incendio e di far bastonare chiunque disobbedisse. Ma i romani ormai erano intenti a sfogarsi sui nemici e bruciarono definitivamente il tempio. Si passò al saccheggio, e furono portati fuori tutti i tesori presenti, tra cui la Menorah, rappresentata sull’arco di Tito. La città era stata infine presa, ma l’assedio era stato un bagno di sangue e il tempio era stato distrutto.
La vera data dell’eruzione del Vesuvio
L’eruzione del Vesuvio è stata per secoli datata al 24 agosto del 79 d.C., sebbene molte prove lascino intendere che la data dell’eruzione fosse in autunno.
Il centurione Giuliano
Durante l’assedio di Gerusalemme del 70 d.C. alcuni centurioni si distinsero con atti eroici, tra cui il centurione Giuliano, che affrontò il nemico da solo.
Il Colosseo
Il Colosseo venne edificato da Vespasiano sopra il lago – prosciugato – della domus aurea, grazie al bottino della guerra giudaica. Fu inaugurato da Tito.
Domiziano: imperator, dominus et deus
Domiziano fu il primo a farsi chiamare dominus et deus; proveribiale era la sua cattiveria nei confronti del senato e delle numerose condanne a morte.
I combattenti della Guerra Giudaica
Durante i quattro anni di Guerra Giudaica (e il successivo assedio di Masada) molti furono gli avvenimenti memorabili.
Tito: amore e delizia del genere umano
Tito venne definito dagli storici romani “amore e delizia del genere umano”, poiché durante il suo principato nessuno venne condannato a morte.