L’iscrizione posta alla base della colonna recita:
SENATVS·POPVLVSQVE·ROMANVS
“Il Senato e il popolo romano, all’ imperatore Cesar Nerva Trajano Augusto Germánico Dacico, figlio del divino Nerva, Pontefice massimo, tribuno per la diciassettesima volta, imperatore per la sesta volta, console per la sesta volta, padre della patria, per mostrare l’altezza della montagna e il luogo scavato con sforzi tanto grandi.”
IMP·CAESARI·DIVI·NERVAE·F·NERVAE
TRAIANO·AVG·GERM·DACICO·PONTIF
MAXIMO·TRIB·POT·XVII·IMP·VI·COS·VI·P·P·
AD·DECLARANDVM·QVANTAE·ALTITVDINIS
MONS·ET·LOCVS·TANT<…>IBVS·SIT·EGESTVS
La colonna venne eretta per ordine dell’imperatore Traiano nel suo foro (a nord dei precedenti, vicino il Quirinale, tagliato per metà per far spazio al nuovo assetto urbanistico) che aveva fatto realizzare a Roma, nei pressi dei portici delle due nuove biblioteche, una latina, l’altra greca e non lontano dai grandi mercati di Traiano.
Il monumento, alto 100 piedi romani e composto di 18 blocchi di marmo di Carrara, dal peso di 40 tonnellate l’uno e diametro di 4m, venne inaugurato il 12 maggio del 113 d.C., secondo i Fasti Ostienses (CIL XIV, 4543), una raccolta di avvenimenti dal 49 a.C. al 175 d.C. : «IIII Id(us) Mai(as) Imp(erator) Traianus / [templum Ve]neris in foro Caesaris et / [columna]m in foro suo dedicavit pr(idie) Id(us) Mai(as)».
La colonna coclide possiede un fregio che si arrotola per 200m come una spirale lungo tutto il suo busto per 23 volte, partendo dal basso verso l’alto; originariamente era completamente colorata. Nei bassorilievi è ancora possibile vedere rappresentate le due campagne daciche di Traiano (101-102 e 105-106), che videro la sconfitta di Decebalo e l’annessione della nuova provincia di Dacia.
All’interno una scala a chiocciola permetteva di raggiungere una piattaforma posta sulla sommità dove era posta una statua in oro dell’imperatore ispanico, andata perduta nel medioevo e sostituita con una di San Pietro da Papa Sisto V nel 1587.
Nonostante le motivazioni propagandistiche la colonna resta una grande opera che onorava uno dei più apprezzati imperatori romani. Alla sua morte infatti il senato decretò che le ceneri del princeps venissero poste in un’urna d’oro (ora scomparsa) alla base della colonna.
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