A coloro i quali gli rimproverano che fosse impossibile attraversare i passi alpini, già innevati, Annibale avrebbe risposto “inveniam viam aut faciam” (troverò una strada o ne costruirò una). L’impresa riuscì, non senza perdite (tutti gli elefanti tranne uno morirono), riuscendo a soprendere i romani che si erano attestati nella zona del Rodano, credendo che Annibale si sarebbe imbarcato a Massalia (Marsiglia). In Italia troverà poi l’appoggio delle tribù celtiche, sconfitte pochi anni prima dai romani.
La battaglia del lago Trasimeno
Annibale, vinti i romani al Ticino e la Trebbia, cercò di sorprendere i romani e di marciare secondo la via più breve possibile, ovvero attraverso le paludi che circondavano il lago Trasimeno: il clima insalubre favorì il peggioramento delle condizioni dell’occhio di Annibale, già malmesso, che gli causò la perdita parziale della vista. Tuttavia la sua strategia gli permise di affrontare il console Gaio Flaminio al lago Trasimeno e di annientare le legioni romane.
La devotio di Publio Decio Mure – il sacrificio per la patria
Secondo Livio furono ben tre i Decio Mure a immolarsi, nonno, padre e figlio. Il primo caso fu nel 340 a.C.: il console Publio Decio Mure, combattendo i latini al Vesuvio e riscontrando auspici sfavorevoli decise, dopo essersi consultato col pontefice, di utilizzare l’antichissimo e desueto rituale della devotio, ossia un immolazione agli dei. Si indossava la toga praetexta, ci si velava il capo, si chiedeva agli dei la distruzione dell’esercito nemico in cambio della propria vita.
La battaglia di Talamone e Clastidium
Dopo la prima guerra punica i romani riuscirono ad espandersi nel nord Italia, vincendo i galli a Talamone e Clastidium. Marcello ottenne la spolia opimia.
Gli avversari di Annibale
Nel corso della guerra annibalica molti furono i romani che cercarono di contrapporsi a lui, ma l’unico che riuscì a batterlo fu Scipione l’Africano.
I dittatori romani
Durante la repubblica in caso di emergenza i romani eleggevano un dittatore. Dopo gli abusi di Silla e Cesare Ottaviano abolì la carica, divenendo “princeps”.
La straripante vittoria del Metauro – la vendetta contro Annibale
Dopo le travolgenti vittorie del Ticino, della Trebbia, del Trasimeno e di Canne, nei primi due anni di guerra, l’avanzata di Annibale sembrava inarrestabile.
La battaglia di Canne
Nel 216 a.C. Annibale inflisse una sconfitta devastante alle legioni romane, rischiando di mettere in ginocchio la res publica, che però continuò a combattere.