I cittadini romani vivevano prevalentemente in municipi (municipia civium Romanorum) o colonie romane (in oriente erano diffusi i conventus civium Romanorum). La differenza tra municipio e colonia romana stava nel fatto che il primo quando diventava di diritto romano manteneva la sua autonomia cittadina, mentre la seconda era una diretta estensione della città di Roma.
Claudio: un imperatore sottovalutato?
Nipote di Tiberio e zio di Caligola, venne emarginato fin da piccolo in quanto balbuziente e zoppo, dedicandosi quindi agli studi. Era anche profondamente disprezzato anche dalla madre Antonia minore che lo definiva “abbozzo d’uomo”.
La schiavitù nella Roma imperiale
La schiavitù nell’antica Roma era la condizione di persone di diverse estrazioni, da braccianti agricoli a grandi commercianti, oppure gladiatori e prostitute.
Claudio e i galli in senato
Essere romani non significava essere abitanti di Roma. O del lazio. O dell’Italia. Anzi, per i romani, chiunque (o quasi) poteva diventare un cittadino.
Il confronto tra Arminio e il fratello Flavo
Poco prima di Idistaviso Arminio e il fratello Flavo, che combatteva per Germanico, si incontrarono in riva al fiume Visurgi. Fu uno scontro di idee.
San Paolo, cittadino romano
Caso lampante per comprendere la cittadinanza a Roma è quello di San Paolo: ebreo di Tarso in Cilicia, ellenizzato, era cittadino romano fin dalla nascita.
La Constitutio Antoniniana
Nel 212 d.C. l’imperatore Caracalla decise di concedere la cittadinanza romana a tutti gli abitanti liberi dell’impero romano con la Constitutio Antoniniana.
Cittadini e barbari – La cittadinanza romana
“Civis Romanus sum”. Così si definiva Cicerone. Ma cosa significava realmente essere un cittadino romano, e chi poteva ottenere un simile privilegio? Differentemente dagli altri popoli antichi, diventare un romano era molto più semplice.