La secessione della plebe del 494 a.C.

La secessione della plebe del 494 a.C.

“Fu deciso dunque di mandare a trattare con la plebe Menenio Agrippa, uomo eloquente e caro al popolo, essendo di origine plebea. Questi introdotto nel campo si dice abbia fatto semplicemente questo racconto, col primitivo e rozzo modo di parlare di quell’epoca […] paragonando la sedizione interna del corpo all’ira della plebe contro i patrizi, riuscì a piegare gli animi. Cominciarono allora le trattative per il ritorno della concordia, e nei patti fu accordato alla plebe di avere propri magistrati inviolabili, ai quali era riconosciuto il diritto di intercedere in favore della plebe contro le decisioni dei consoli, e fu stabilito che nessun patrizio potesse accedere a quella magistratura.” (T. LIVIO, ab urbe condita libri, ii, 32-33)

La battaglia del Lago Regillo

La battaglia del Lago Regillo

Vinta la battaglia con il contrattacco della cavalleria, si sparse la voce che tra i romani, a guidare il contrattacco, fossero apparsi i Dioscuri Castore e Polluce, su due cavalli bianchi, forse un racconto in parte figlio del fatto che erano stati proprio i nobili romani che avevano capovolto la battaglia. Sarebbero stati poi Castore e Polluce a tornare di corsa a Roma ad annunciare la vittoria. Vinta la Lega Latina, Postumio ed Ebuzio rientrarono trionfanti a Roma. Il dittatore decise dunque di innalzare un tempio ai Dioscuri in segno di riconoscimento, nei pressi della fonte Giuturna (nel Foro, vicino al tempio delle Vestali).