«Mi chiamo Massimo Decimo Meridio, comandante dell’esercito del Nord, generale delle legioni Felix, servo leale dell’unico vero imperatore Marco Aurelio. Padre di un figlio assassinato, marito di una moglie uccisa… e avrò la mia vendetta… in questa vita o nell’altra.»
Le guerre marcomanniche
Tra gli episodi più famosi della guerra ci fu il miracolo della pioggia, in cui la legio XII Fulminata (che secondo Eusebio si sarebbe convertita dopo al cristianesimo), circondata dai quadi in territorio nemico, si salvò grazie a un temporale (CASSIO DIONE, STORIA ROMANA LXXII, 8-9):
«I Romani dunque erano in una situazione disastrosa per il caldo e le ferite, per il sole e la sete e così non potevano né combattere né ritirarsi, ma stavano schierati e ai loro posti, bruciati dal sole, quando improvvisamente si raccolsero molte nuvole e cadde una pioggia abbondante non senza interposizione divina. E vi è infatti una storia secondo la quale un certo Arnufis, un mago egiziano che accompagnava Marco Aurelio, avrebbe invocato alcuni demoni e in particolare Ermes, dio dell’aria, con degli incantesimi e in questo modo avrebbe attirato la pioggia.»
Le follie di Commodo
Commodo era ormai impazzito e, racconta Cassio Dione, dopo aver decapitato uno struzzo procedette verso i senatori seduti con la sua testa in una mano e il gladio nell’altra, limitandosi a scuotere la testa e sghignazzare.
La successione di Marco Aurelio
Adriano aveva pianificato meticolosamente la successione di Antonino e Marco Aurelio, ma quest’ultimo si trovò privo di scelte e designò il figlio Commodo.
L’uomo dietro Il Gladiatore
Nel 2000 usciva Il Gladiatore di Ridley Scott, ispirato al personaggio di Pompeiano, generale di Marco Aurelio durante le guerre marcomanniche.