L’inizio della fine – Invasioni barbariche

L’inizio della fine – Invasioni barbariche

«Chi avrebbe mai creduto che Roma, costruita sulle vittorie riportate su tutto il mondo, sarebbe crollata? Che tutte le coste dell’Oriente, dell’Egitto e d’Africa si sarebbero riempite di servi e di schiave della città un tempo dominatrice, che ogni giorno la santa Betlemme dovesse accogliere ridotte alla mendicità persone di entrambi i sessi un tempo nobili e pieni di ogni ricchezza?»

La battaglia del Lago Regillo

La battaglia del Lago Regillo

Vinta la battaglia con il contrattacco della cavalleria, si sparse la voce che tra i romani, a guidare il contrattacco, fossero apparsi i Dioscuri Castore e Polluce, su due cavalli bianchi, forse un racconto in parte figlio del fatto che erano stati proprio i nobili romani che avevano capovolto la battaglia. Sarebbero stati poi Castore e Polluce a tornare di corsa a Roma ad annunciare la vittoria. Vinta la Lega Latina, Postumio ed Ebuzio rientrarono trionfanti a Roma. Il dittatore decise dunque di innalzare un tempio ai Dioscuri in segno di riconoscimento, nei pressi della fonte Giuturna (nel Foro, vicino al tempio delle Vestali).

La seconda guerra sannitica

La seconda guerra sannitica

La seconda guerra tra romani e sanniti fu molto più lunga e complessa della prima, tanto da durare vent’anni, dal 326 al 304 a.C. Lo scontro scaturì da una serie di atti ostili da ambo le parti. I romani fondarono nel 328 a.C. una colonia a Fregellae, presso l’odierna Ceprano, sulla riva orientale del fiume Liri, cioè in un territorio che i sanniti consideravano loro. Nonostante l’umiliazione delle Forche Caudine raccontata da Livio, i romani riuscirono a vincere la guerra: « li avrebbero fatti passare sotto il giogo, disarmati, vestiti della sola tunica. Le altre condizioni di pace accettabili ai vinti e ai vincitori: il ritiro dell’esercito dal territorio dei sanniti e quello delle colonie ivi mandate; in seguito romani e sanniti sarebbero vissuti ciascuno con le proprie leggi in giusta alleanza. »

L’assedio di Alesia – il trionfo di Cesare

L’assedio di Alesia – il trionfo di Cesare

« #Vercingetorige, indossata l’armatura più bella, bardò il cavallo, uscì in sella dalla porta della città di Alesia e, fatto un giro attorno a Cesare seduto, scese da cavallo, si spogliò delle armi che indossava e chinatosi ai piedi di #Cesare, se ne stette immobile, fino a quando non fu consegnato alle guardie per essere custodito fino al trionfo. »
(Plutarco, Vite Parallele, Cesare, 27, 9-10)