Molte solo le locuzioni celebri riferite a Giulio Cesare, come “veni vidi vici” o “alea iacta est”, passando per “quoque tu brute”.
La battaglia di Munda
La battaglia di Munda, il 17 marzo 45 a.C. segnò l’ultima grande vittoria di Cesare e la fine della guerra civile. Tornato a Roma, divenne dittatore a vita.
La benevolenza e la temperanza di Cesare
Cesare era noto per il suo carattere,come quando promise vendetta ai pirati o pianse sulla statua di Alessandro.Allo stesso modo chiamava i soldati commilitoni.
La fine di Pompeo Magno
Dopo la sconfitta di Farsalo Pompeo cercò riparo in Egitto ma venne assassinato per compiacere il vittorioso Cesare, a cui ne venne offerta la testa.
I centurioni Pullo e Voreno
Tra i centurioni di Cesare molti divennero famosi, come Gaio Crastino, morto a Farsalo, o Cassio Sceva. Ma forse i più famosi furono Pullo e Voreno.
La battaglia di Tapso
Il 6 aprile del 46 a.C. Cesare vinceva Metello Scipione a Tapso, annullando la superiorità nemica e gli elefanti con la V Alaudae.
«Mi pare doveroso citare qui l’atto di valore di un soldato veterano della quinta legione. Poiché nell’ala sinistra un elefante ferito, reso furioso dal dolore, si era scagliato contro un vivandiere inerme e dopo averlo schiacciato con la zampa lo premeva con il ginocchio e con tutto il suo peso tenendo alta la proboscide e mandando terribili barriti, sino a che l’uccise, questo soldato non poté tenersi di affrontare con l’arma in pugno la bestia. Quando l’elefante lo vide venire incontro per ferirlo, abbandonato il morto cinse alla vita il soldato con la proboscide e lo levò in alto. Il soldato, che vedeva di dover mostrare fermezza in un pericolo di tal genere, si diede a tagliare con la sua spada la proboscide da cui era avvinghiato, con tutte le sue forze. L’elefante costretto dal dolore lasciò andare il soldato emettendo furiosi barriti, poi di corsa scappò via verso le altre bestie.» (#Cesare, Guerra Africana, 84,1-4)
La battaglia di Farsalo
Nell’agosto del 48 a.C. Cesare sconfisse Pompeo, che aveva un esercito più numeroso, a Farsalo. Per lui si aprivano le strade del potere assoluto.
Alea iacta est – Il dado è tratto
Il 7 gennaio del 49 a.C. il senato inviava un senatus consultum ultimum, un vero e proprio ultimatum, a Cesare. Quest’ultimo avrebbe dovuto deporre il comando dell’esercito gallico e rientrare a Roma come privato cittadino.
La riforma dell’esercito di Gaio Mario
«Mario si accorse che gli animi della plebe erano pieni di entusiasmo. Senza perdere tempo caricò le navi di armi, stipendio per i soldati e tutto ciò che era utile, ordinando a Manlio di imbarcarsi. Egli intanto, arruolava soldati, non come era nell’uso di quel periodo, per classi sociali, ma anzi accettando tutti i volontari, per la massima parte nullatenenti (capite censi).» (Gaio Sallustio Crispo, Bellum Iugurthinum, LXXXVI)