Domiziano fu il primo a farsi chiamare dominus et deus; proveribiale era la sua cattiveria nei confronti del senato e delle numerose condanne a morte.
Vitellio: “un nemico morto ha un buon odore”
Visitando il campo di battaglia di Bedriaco Vitellio espresse un goffo commento “mentre non pochi inorridivano al lezzo dei cadaveri in decomposizione, egli ebbe l’ardire di rincuorarli con questa battuta spregevole: «Ha sempre un buonissimo odore il nemico ucciso, meglio ancora se è un concittadino»”.
I combattenti della Guerra Giudaica
Durante i quattro anni di Guerra Giudaica (e il successivo assedio di Masada) molti furono gli avvenimenti memorabili.
Tito: amore e delizia del genere umano
Tito venne definito dagli storici romani “amore e delizia del genere umano”, poiché durante il suo principato nessuno venne condannato a morte.
Pecunia non olet
Pur di risanare le casse pubbliche dopo le spese folli di Nerone, Vespasiano mise una tassa sull’urina, la centesima venalium, che era utilizzata nelle fulloniche. Sia secondo Svetonio (Vita dei Cesari, VIII, 23), sia Cassio Dione (Storia Romana, LXV, 14,5), alle rimostranze del figlio Tito l’imperatore avrebbe risposto: “pecunia non olet” (il denaro non ha odore).
Le atroci morti degli imperatori romani
Furono ben pochi gli imperatori romani a morire di morte naturale o per malattia, specialmente a partire dal III secolo; molti furono uccisi, alcuni trucidati.
Giulio Agricola
Giulio Agricola, suocero di Tacito, fu uno dei principali comandanti romani in Britannia, che per poco non sottomise, se Domiziano non l’avesse richiamato.
La Lex de imperio Vespasiani
Vespasiano impose che la data di inizio del suo imperium fosse il 1 luglio del 69, quando era stato acclamato. Per ratificarlo usò una lex de imperio.
Masada: le implacabili legioni romane
«Quando i #romani furono di fronte alla distesa dei cadaveri, ciò che provarono non fu l’esultanza di aver annientato il nemico, ma l’ammirazione per il nobile proposito e per il disprezzo della morte con cui tanta moltitudine l’aveva messo in atto.» (Giuseppe Flavio, Guerra Giudaica, VII, 9, 2)